Promuovere la pace
Promuoviamo la comprensione tra le culture. I nostri centri di studi internazionali formano leader nella prevenzione e mediazione dei conflitti e nell’assistenza alle popolazioni in fuga dalle aree di conflitto.
Il Rotary International è un’organizzazione mondiale di oltre 1,2 milioni di uomini e donne provenienti dal mondo degli affari, professionisti e leader comunitari. I soci dei Rotary Club, noti come Rotariani, forniscono servizi umanitari, incoraggiano il rispetto di rigorosi principi etici nell’ambito professionale e contribuiscono a diffondere il messaggio di pace e buona volontà tra i popoli della Terra.
Esistono circa 33.000 Rotary Club in oltre 200 Paesi e aree geografiche. I club sono apolitici, non confessionali e aperti a tutte le culture, razze e credo. Come enunciato dal motto “Servire al di sopra di ogni interesse personale”, l’obiettivo principale del Rotary è il servizio, nella comunità, sul posto di lavoro e in tutto il mondo.
Promuoviamo la comprensione tra le culture. I nostri centri di studi internazionali formano leader nella prevenzione e mediazione dei conflitti e nell’assistenza alle popolazioni in fuga dalle aree di conflitto.
Oltre al nostro impegno primario – l’eradicazione della polio a livello globale – sosteniamo le comunità nella prevenzione di altre malattie e con iniziative di assistenza sanitaria.
Non ci accontentiamo di costruire pozzi per poi andarcene: ci dedichiamo con impegno a portare l’accesso all’acqua potabile e ai servizi sanitari a un numero sempre maggiore di persone.
Con programmi formativi, iniziative di assistenza sanitaria e opportunità di sviluppo economico i nostri soci combattono la mortalità materna e infantile e aiutano i bambini a crescere forti.
Il nostro obiettivo è rafforzare la capacità delle comunità di sostenere l’istruzione di base, ridurre le disparità di genere e migliorare il livello di alfabetizzazione tra gli adulti.
I nostri progetti volti a sostenere lo sviluppo economico e comunitario creano lavori dignitosi e incoraggiano l’imprenditorialità tra i giovani e i non più giovani