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Un momento del Caminetto con l’on. Pisicchio

«Secondo un sondaggio del 2014 al primo posto dello “sgradimento” degli italiani ci sono i politici». A confermare che l’antipolitica è sempre più diffusa nel nostro Paese è stato l’on. Pino Pisicchio, che in 30 anni di attività parlamentare si è mosso sempre nell’area del centrosinistra.

«Sono un vecchio moroteo» ha spiegato il giornalista, docente universitario, deputato e Presidente del Gruppo Misto alla Camera dei Deputati, che venerdì 23 ottobre, all’Hotel Victoria Maiorino di Cava de’ Tirreni, ha presentato il suo ultimo libro, “I Dilettanti. Splendori e miseria della nuova classe politica” (Guerini e Associati), durante il “Caminetto” rotariano a lui dedicato, organizzato dal Presidente del Rotary Club Cava de’ Tirreni, Carlo Nardacci, in collaborazione con il Sindaco metelliano, Vincenzo Servalli.

L’on. Pisicchio ha spiegato che una delle cause dello “sgradimento” degli italiani per i politici deriva, oltre che dalla poca etica di alcuni, anche dalla loro incompetenza: «Bisogna rendersi conto che in politica l’incompetenza fa male allo stesso modo della corruzione». Secondo il parlamentare barese bisogna rimettere in moto le scuole di formazione dei politici: «Prima c’erano quelle dei partiti: le “Frattocchie” del Pci o la “Camilluccia” della Dc. In Germania esistono le fondazioni politiche che hanno l’obiettivo di formare la classe dirigente. Ritengo sia un buon esempio da seguire, leggendolo però con la sensibilità e la storia degli italiani. Bisogna fare una legge che imponga ai partiti di fare formazione politica. Qualche dilettante in meno e qualche persona competente in più farebbero bene alle nostre comunità».

Sicuramente la riforma della legge elettorale, secondo Pisicchio, può dare un contributo notevole al cambiamento: «Quando a scegliere è il cittadino e non il capo, l’attenzione è più forte. La cooptazione dall’alto ha prodotto ciò che abbiamo davanti agli occhi». Pisicchio, che è contrario alle Primarie («stanno bene all’interno di un sistema maggioritario all’americana, dove la logica è diversa dalla nostra»), ha ricordato che i partiti sono finiti, «anche se questo Paese si è costruito sui partiti, sulla lungimiranza di uomini straordinari che erano a capo dei partiti della Prima Repubblica».

Pisicchio, che per le prossime elezioni auspica un’aggregazione con un forte intento meridionalista, ha le idee chiare sul futuro del “Movimento 5 Stelle”: «Rappresenta un fenomeno di coagulazione del dissenso in chiave antipolitica. È una formazione che non potrà mai coltivare ambizioni di governo». Il modello Rotary, invece, rappresenta un esempio da seguire: «Da sempre mette insieme la gente facendo riferimento ai valori. Bisogna tornare alle modalità espressive di comunità come quelle del Rotary. Questo modello dovrebbe essere portato nel concreto della dimensione politica italiana».

L’on. Pisicchio ha parlato anche del predominio della comunicazione mediatica e della spettacolarizzazione della politica, dell’epopea dei Pm sbarcati in politica, a partire da Di Pietro, collocando poi le esperienze politiche di Berlusconi e Renzi in due noti movimenti artistici: «Berlusconi rappresenta la rivoluzione futurista di Marinetti, mentre Renzi il movimento Dadaista capeggiato da Duchamp. Così come loro utilizzano lo slancio antiartistico per legittimarsi nella dimensione artistica, così Berlusconi e Renzi usano l’antipolitica per affermare però la politica».

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Il Sindaco Vincenzo Servalli (il primo da destra)

I saluti iniziali sono stati affidati al Presidente del Rotary Club Cava de’ Tirreni, Carlo Nardacci, che ha letto il lungo curriculum dell’on. Pisicchio, ricordando anche che la signora Annarita Bruzzese, moglie dell’onorevole, è nata a Salerno ed ha frequentato per tre anni le scuole cavesi.

Il Sindaco Vincenzo Servalli, infine, ha ricordato i grandi statisti del passato, ha spiegato che le nuove generazioni hanno avuto un’eredità difficile ed ha parlato di spending review: «La tendenza a ridurre gli investimenti sugli enti locali sta andando avanti già da qualche anno. Quando si taglia in maniera non studiata e non valutando caso per caso, si commette l’errore della generalizzazione».

Aniello Palumbo (tratto da Ulisseonline.it)